Non è poi passato molto tempo da quando, nemmeno due generazioni fa, qui ad Avelengo le macchine e addirittura le biciclette erano considerate una rarità e un lusso che contadini, serve, garzoni e stallieri comunque non si potevano permettere. Chi doveva andare da qualche parte, quindi, o saltava in groppa a un avelignese o si affidava al mezzo di trasporto più antico del mondo: i propri piedi.
Fino al 1923, infatti, l’unico collegamento tra Merano e la piccola Avelengo era un ripido sentiero lastricato lungo cui le merci, caricate su mezzi primitivi e bestie da soma, risalivano faticosamente la montagna. Tutto cambiò con la costruzione della funivia di Avelengo, che da Maia Alta portava su fino alla chiesetta di Santa Caterina. Destinata al trasporto passeggeri e all’epoca considerata all’avanguardia, era stata progettata nientedimeno che dall’ingegner Luis Zuegg, pioniere degli impianti a fune.
Dopo aver contribuito durante la Prima Guerra mondiale all’invenzione di quello che sarebbe diventato il “sistema Bleichert-Zuegg”, per Zuegg era arrivato il momento di applicare le tecnologie sviluppate al trasporto passeggeri. Attraverso una maggiore tensione delle funi era riuscito a migliorare la sicurezza e la resistenza nel tempo delle funi portanti, ad aumentare la distanza tra i piloni e a raggiungere una velocità di corsa più elevata e più affidabile.
Fino alla costruzione nei primi anni ’80 di una strada per l’altopiano, la funivia di Zuegg rimase l’unico mezzo di trasporto tecnologico a collegare Merano/Maia Alta ad Avelengo/Santa Caterina e veniva quindi utilizzata tanto dalla gente del posto e dai pendolari, quanto dai turisti. Solo la realizzazione della strada d’accesso da Merano - la “strada per Avelengo” inaugurata nel 1978 - ridusse sensibilmente l’attività della funivia, causandone infine la chiusura. La costruzione della strada di collegamento può quindi essere considerata il più importante evento nella storia recente di Avelengo.